domenica 4 maggio 2008

L’ABBANDONO DEI MINORI. PERCHE'? Intervista ad una assistente sociale


L’ABBANDONO DEI MINORI. PERCHE'?
Intervista ad una assistente sociale


L’abbandono dei minori è una penosa realtà molto diffusa anche nella società attuale. In questo reato, confluiscono una serie di comportamenti scorretti per l’equilibrio fisico e psichico del bambino. Si va, infatti, dalla totale assenza del genitore che, ad esempio, lascia il figlio in ricoveri o a persone esterne, alla mancanza di una famiglia che non garantisce al minore l’assistenza morale e materiale necessaria a farlo crescere in modo sereno ed armonico.

Ora intervistiamo l’assistente sociale di Trinitapoli Carmela Pappagallo :

Che cos’ è , in sé per sé , l’abbandono ?
La legge italiana definisce l’abbandono come privazione di assistenza morale e materiale da parte dei genitori del bambino o dei parenti tenuti a provvedervi. Tradizionalmente, quando si parla di abbandono si pensa al bambino dimenticato in istituto, perché privo delle figure genitoriali, a lui sconosciute; attualmente, purtroppo, gli abbandoni avvengono all’interno della famiglia e possono presentarsi sotto forma di abuso all’infanzia. Il bambino abbandonato è, paradossalmente, quello lasciato da solo per ore davanti al televisore oppure costretto a crescere precocemente per sostituirsi ad uno dei genitori, del tutto inadeguato a dare risposta ai bisogni più elementari.



Trent’anni fa , all’incirca ,c’erano dei luoghi per accogliere i bambini ? E oggi ?
Trent’anni fa, l’abbandono avveniva per lo più alla nascita e nei brefotrofi, che accoglievano i neonati illegittimi, oppure i bambini venivano abbandonati in seguito negli istituti. Oggi il legislatore ha stabilito la chiusura degli istituti alla data del 31/12/2006, ovvero, la riconversione degli stessi in strutture residenziali per minori, nonché l’incentivazione della creazione delle case-famiglia, nelle quali accogliere i minori privi dell’affetto di una famiglia.

Qual è la legge? Ce ne parli.
La legge che mira a prevenire l’abbandono e a garantire il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia è la Legge 4 maggio 1983, n. 184 (Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori), modificata dalla Legge 28 marzo 2001, n. 149 (Diritto del minore ad una famiglia). L’art. 8 della L. 184/83 stabilisce che per i minori in situazione di abbandono si procede alla dichiarazione dello stato di adottabilità, che sussiste anche se il minore è in istituto o in affidamento familiare. Questa dichiarazione è il presupposto per l’adozione del bambino da parte di una famiglia. Le istituzioni devono sostenere i nuclei familiari a rischio al fine di prevenire l’abbandono.

Ma quando è nato , all’incirca , l’abbandono ?
Già prima del Cristianesimo, il bambino non esisteva legalmente, al padre era riconosciuto il diritto di vita o di morte sui propri figli: il bambino rifiutato veniva gettato sulle immondizie alla porta della città dove i cani e gli sciacalli lo divoravano, il più fortunato veniva esposto sulla pubblica piazza, con facoltà di chiunque di impossessarsene e farne il suo schiavo. In seguito furono create strutture di accoglienza e di cura, come pure si diffuse l’uso di abbandonare il piccolo in una cesta davanti alla porta delle chiese (sarebbe stato poi adottato o accolto in orfanotrofio).


CONSIGLI DALL’ ESPERTO
L’ unica vera risposta all’ abbandono, l’ unica cura è “ l’ accoglienza “ in famiglia, perché ogni bambino ha diritto ad essere figlio. A nulla servono le leggi se ognuno di noi non si assume la responsabilità di cambiare il destino di un bimbo abbandonato (anche se non ne siamo i colpevoli). L’ invito che rivolgo a tutti, in particolare a voi ragazzi, è di saper “ascoltare” la richiesta di aiuto di chi vede in voi l’interlocutore privilegiato a cui affidare un segreto.

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