domenica 4 maggio 2008

Addio a Biagi... Scompare una grande voce di libertà

Martedì 6 novembre 2007, una grande perdita per il giornalismo: muore Enzo Biagi, grande giornalista internazionale. Noi vogliamo ricordare Enzo come un uomo semplice, buono, a volte, anche autoironico, tempestivo, definito anche troppo elegante e all’antica. Enzo non era un giornalista aggressivo, ma puntava tutto sulla credibilità, in onda non sorrideva quasi mai, parlava a bassa voce ed era convinto che un vero giornalista era chi riusciva a mettersi nei panni dell’intervistato.
Biagi si definiva un socialista all’antica per il suo modo di creare un motto per qualsiasi cosa. Per oltre mezzo secolo ha svolto il suo lavoro televisivo prima come direttore del "Telegiornale" RAI, poi come anchorman in rubriche di grande successo (Il fatto) poi presentazioni per TV pubbliche o private o scrivendo per giornali (Inviato speciale della "Stampa", direttore di "Epoca" e "Il Resto del Carlino", opinionista del "Corriere della Sera"), ma soprattutto scrivendo libri ideò e scrisse la collana "La geografia di Biagi", nonché gli otto volumi della Storia d'Italia a fumetti, misurandosi anche con la narrativa. Durante la sua carriera televisiva non abbiamo mai visto Biagi con accanto una valletta o un maggiordomo, ma era solo con in mano un foglietto bianco dove aveva scritto la scaletta del programma. Questo perché non voleva mischiarsi con la televisione non culturale. La sua carriera come scrittore ha inizio molto presto ,infatti, Biagi a 17 anni scrisse il suo primo articolo per l’Avvenire d’ Italia e venne subito assunto. Fu proprio per questo motivo che, figlio di un operaio dello zuccherificio bolognese e una casalinga, si trasferisce a Milano dove trovò subito l’amore: Lucia Ghetti con la quale ha avuto 3 figlie Bice, Carla e Anna purtroppo morta anch’essa da poco. Visse una infanzia disastrata trascorsa a Pianaccio, città dove si sono svolti i funerali, ma amava portare con sé i colori, i sapori, gli odori della sua terra andandone fiero. Però aveva un difetto : era molto permaloso spesso si offendeva con un giornale traslocando subito in un altro,ma contemporaneamente aveva la capacità da adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Enzo era un grande, era unico ed inimitabile e possiamo dire che il lutto per questa grande perdita non sarà solo familiare ma anche nazionale perchè l’uomo che ha fatto innamorare di sé quasi di due generazioni non potrà mai cadere nell’oblio.
Cicinato Marzia 2° G

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