domenica 4 maggio 2008

Intervista al Comandante di un Ufficio di Polizia

Delicata intervista al signor Cicinato Michele Ispettore Capo, Comandante di un Ufficio di Polizia, il quale ci ha parlato dei pro e i contro del suo lavoro.

1. Signor Cicinato ci potrebbe descrivere il suo lavoro?
Il mio lavoro consiste essenzialmente nella tutela della morale, dei diritti e delle libertà fondamentali così come sancite nella legge fondamentale dello Stato che è la nostra Carta Costituzionale. Del resto, come ogni uomo in uniforme, la mia occupazione primaria, nel rispetto di ogni legge dello Stato, a partire dalla stessa Costituzione è la difesa di ogni persona.
Nello specifico, sono il Comandante del Reparto di Polizia Ferroviaria di Barletta. In tale attività si concentra ogni risorsa umana disponibile a disposizione della gente ed in particolare di viaggiatori o avventori che naturalmente o forse è meglio dire scientificamente provato che, appena fuori del proprio habitat quotidiano, dimostrano di essere in evidente difficoltà, agitazione e soprattutto ansia dovuta all’attesa del convoglio, della salita a bordo e della sistemazione al proprio posto.
Molto importante è pure in quel contesto un’attenzione mirata a quanti disadattati frequentano gli scali ferroviari senza alcuna meta.
Resta comunque intesa una energica azione di contrasto ad ogni evento delittuoso.
2. Lei come si è preparato a questo mestiere?
Mi sono arruolato il 1° febbraio 1980 ovvero in una epoca in cui il nostro paese ancora faceva i conti con un retaggio terroristico brutale ed assassino.
La preparazione pertanto era in linea di massima improntata alla difesa di ogni uomo libero nonché delle Istituzioni Statali dalla minaccia terroristica.
Dopo un primo corso di formazione della durata di nove mesi presso la Scuola di Polizia di Bolzano e subito dopo ne seguì uno di tre mesi in Sardegna.
Per fortuna pochi anni dopo l’Italia ha cominciato a cambiare e quindi con la fine del periodo terroristico, anche le nostre attività cambiarono volto. Infatti si faceva più attenzione alla gente comune ed alla difesa della proprietà pubblica e privata. Negli androni delle nostre caserme erano infatti esposti delle targhe con su scritto “la Polizia in uno Stato democratico è al servizio della gente”, slogan che sono ancora presenti come per esempio “ la polizia è tra la gente”.
3. Da piccolo quale era il suo sogno nel cassetto?
Diventare proprio un poliziotto della Stradale però, invece il destino mi ha portato prima alla frontiera come specialista della Polmare in seguito al mio titolo di studio e dopo 14 anni circa, sono passato alla Polizia Ferroviaria per la cui formazione ho dovuto frequentare svariati corsi di specializzazione .
4. Ha avuto difficoltà a trovare lavoro nell’ambito poliziesco?
No, perché come ho già detto mi sono arruolato in un periodo in cui lo Stato aveva bisogno di uomini per fronteggiare l’emergenza terroristica. Non ho sostenuto un concorso, ho dovuto solo superare una selezione con svariati test psico-attitudinali.
5. Ha fatto altri lavori prima di questo?
No, non so fare altro che il mio lavoro.
6. Che consiglio darebbe ai suoi figli sul lavoro che potrebbero svolgere?
Consiglio loro di imparare una professione o mestiere, non importa se intellettuale o meno, purché li gratifichi e li renda autonomi e soddisfatti.

Marzia Cicinato
II G

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