Distinto Shlomo Venezia
Le scriviamo innanzi tutto per ricordare e approfondire col suo aiuto quei terribili momenti da lei vissuti, sulla sua pelle, e anche per commentare la sua testimonianza, estrapolata dal libro Sonderkommando Auschwwitz.
Siamo due ragazzini di 12 anni, frequentanti la 2° C della Scuola Secondaria di Primo Grado di Trinitapoli.
Ecco, noi vorremmo conoscere quali emozioni prova nel ricordare quei momenti.
Sappiamo che lei si finse barbiere, per sfuggire ad una morte più vicina, nel senso che , quei “miserabili” usavano coloro che erano in grado di fare qualcosa: lei è stato così usato per rasare i cadaveri usciti dalle infernali camere a gas. Abbiamo anche appreso che aiutava gli inconsapevoli condannati a morte, a spogliarsi, e li accompagnava in quelle docce da dove però usciva lo Zyklon B, gas mortale; poi, i cadaveri venivano portati nei forni crematori.
Pensiamo fosse uno strazio, per lei, vedere amici, parenti, uomini morire per niente: toccare con mano la disperazione non deve essere stato facile!
Certo, qualsiasi cosa faccia o oda, la riporta a quei momenti che le hanno condizionato tutta la vita.
La salutiamo con immenso rispetto ed affetto, sperando un giorno di paterla incontrare di persona per stringerle la mano.
Federico Fiorentino e Vittorio Ragusa
Le scriviamo innanzi tutto per ricordare e approfondire col suo aiuto quei terribili momenti da lei vissuti, sulla sua pelle, e anche per commentare la sua testimonianza, estrapolata dal libro Sonderkommando Auschwwitz.
Siamo due ragazzini di 12 anni, frequentanti la 2° C della Scuola Secondaria di Primo Grado di Trinitapoli.
Ecco, noi vorremmo conoscere quali emozioni prova nel ricordare quei momenti.
Sappiamo che lei si finse barbiere, per sfuggire ad una morte più vicina, nel senso che , quei “miserabili” usavano coloro che erano in grado di fare qualcosa: lei è stato così usato per rasare i cadaveri usciti dalle infernali camere a gas. Abbiamo anche appreso che aiutava gli inconsapevoli condannati a morte, a spogliarsi, e li accompagnava in quelle docce da dove però usciva lo Zyklon B, gas mortale; poi, i cadaveri venivano portati nei forni crematori.
Pensiamo fosse uno strazio, per lei, vedere amici, parenti, uomini morire per niente: toccare con mano la disperazione non deve essere stato facile!
Certo, qualsiasi cosa faccia o oda, la riporta a quei momenti che le hanno condizionato tutta la vita.
La salutiamo con immenso rispetto ed affetto, sperando un giorno di paterla incontrare di persona per stringerle la mano.
Federico Fiorentino e Vittorio Ragusa
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