La giornata della memoria ricorda l’ OLOCAUSTO, termine che viene introdotto alla fine del xx secolo nella Germania nazista e sta ad indicare lo sterminio di tutti quei gruppi di persone ritenute indesiderabili.
Olocausto significa “tutto bruciato” e solo in tempi recenti è stato attribuito a massacri o catastrofi su larga scala. Originariamente era riferito all’animale usato come vittima sacrificale che veniva bruciato integralmente sul fuoco.
Alcuni studiosi rifiutano il termine olocausto poiché implica più l’idea di un sacrificio religioso che di uno sterminio di massa. Ma molto spesso viene usata la parola ebraica “Shoah” che significa “distruzione”, “desolazione”,calamità con il senso di una sciagura improvvisa e sta ad indicare lo sterminio programmato del popolo ebraico da parte dei nazisti che non potrà mai essere dimenticato.
Il Parlamento italiano ha stabilito, nel 2000, in concomitanza con il Parlamento europeo, che il 27 gennaio dovesse diventare per noi e per il mondo intero la “giornata della memoria”. È stato scelto questo giorno perchè proprio il 27 gennaio è stato liberato il campo di concentramento di Auschiwitz dalla presenza dei nazisti..
La ricorrenza serve, anche, per ricordare il ruolo di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria incolumità hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Partendo dalla considerazione che “chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo”,la memoria della Shoah permette di far maturare nei giovani un’etica della responsabilità individuale e collettiva.
Come tutte le scuole anche la nostra grazie alla sensibilità dei suoi insegnanti ha realizzato momenti di riflessione su questa crudele tragedia. In tutte le classi, oltre a ricordare le tristi tappe della Shoah, sono state prese in considerazione le testimonianze di chi ha vissuto nei campi di concentramento ed è riuscito a sopravvivere, sono stati letti libri quali “Il diario di Anna Frank” e “L’amico ritrovato”, che hanno incoraggiato discussioni e riflessioni e sono stati visti film, a dimostrazione che la scuola può e deve formare non solo le menti ma anche le coscienze dei suoi allievi.
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