
Trinitapoli 01-02-08
Caro Samuele,
chi ti scrive è un tuo coetaneo.
Mi chiamo Piero e vivo in Italia.
Tra le lettere dei bambini ebrei che, come te, hanno vissuto l’inferno di Auswitz, sono stato colpito dalla tua e ho deciso di scriverti.
Mi ha colpito la freddezza, la mancanza di sentimenti, con cui descrivi la tua esperienza.
Certo che la vita con te è stata proprio crudele!
Sei stato privato di tutto: dei tuoi giochi, dei tuoi amici, della tua famiglia, della tua giovinezza, della tua casa e persino del tuo nome.
In poco tempo da essere un bambino sereno e tranquillo e soprattutto amato,ti sei ritrovato sfruttato,schernito,maltrattato,”solo” tra migliaia di “soli”.
E’ giusto che tu sia “arrabbiato”, che tu ti senta offeso: ciò che ti è stato fatto è imperdonabile.
Vorrei però che il numero impresso sulla tua pelle non ti ricordi solo quella orribile vicenda, ma ti dica anche che sei un bambino fortunato: sei vivo!
Dopo la perdita dei tuoi cari, è comprensibile che tu abbia paura di affezionarti a qualcuno per paura di doverlo perdere nuovamente, ma non lasciare che questa orribile vicenda ti inaridisca: lasciati amare e soprattutto lascia che il tuo cuore, pieno di infinito amore, possa finalmente riamare.
Un forte abbraccio
Piero
Caro Samuele,
chi ti scrive è un tuo coetaneo.
Mi chiamo Piero e vivo in Italia.
Tra le lettere dei bambini ebrei che, come te, hanno vissuto l’inferno di Auswitz, sono stato colpito dalla tua e ho deciso di scriverti.
Mi ha colpito la freddezza, la mancanza di sentimenti, con cui descrivi la tua esperienza.
Certo che la vita con te è stata proprio crudele!
Sei stato privato di tutto: dei tuoi giochi, dei tuoi amici, della tua famiglia, della tua giovinezza, della tua casa e persino del tuo nome.
In poco tempo da essere un bambino sereno e tranquillo e soprattutto amato,ti sei ritrovato sfruttato,schernito,maltrattato,”solo” tra migliaia di “soli”.
E’ giusto che tu sia “arrabbiato”, che tu ti senta offeso: ciò che ti è stato fatto è imperdonabile.
Vorrei però che il numero impresso sulla tua pelle non ti ricordi solo quella orribile vicenda, ma ti dica anche che sei un bambino fortunato: sei vivo!
Dopo la perdita dei tuoi cari, è comprensibile che tu abbia paura di affezionarti a qualcuno per paura di doverlo perdere nuovamente, ma non lasciare che questa orribile vicenda ti inaridisca: lasciati amare e soprattutto lascia che il tuo cuore, pieno di infinito amore, possa finalmente riamare.
Un forte abbraccio
Piero
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