In occasione della “XIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” prevista per il 15/03/2008 a Bari, la nostra scuola,già impegnata sul fronte della diffusione della cultura della legalità, come documentato dalle iniziative e dai progetti del P.O.F.,ha programmato un ciclo di attività che culmineranno negli incontri degli allievi con rappresentanti delle Forze dell’ordine e della società civile che combattono contro la malavita organizzata.La classe 2B della Garibaldi ha cercato di far luce sul fenomeno mafioso studiandone il modus operandi.
Quando si parla di mafia vengono alla mente sia film molto noti come “L’ultimo Padrino”, visto recentemente in televisione, sia i servizi mandati dal telegiornale sui crimini di mafia, camorra e n’drangheta.
Inoltre, in aula spesso leggiamo articoli di cronaca che riportano l’espressione “arrestato per associazione a delinquere di stampo mafioso”.
Noi ragazzi abbiamo capito poco di come si muove la mafia, di che cosa è la mafia e chiedendo ai nostri genitori, ognuno ci ha dato una definizione diversa di mafia, ma con una cosa in comune: l’esistenza di una società parallela a quella nostra, che si muove con regole ben precise e che sfrutta la parte sana del paese per arricchirsi e fare del male alla gente.
La mafia non ha solo il volto di chi uccide o di chi rapina, ma spesso si nasconde dietro le facce di persone dal volto pulito ed insospettabile, che lavorano in uffici pubblici anche ad altissimi livelli, come banche, industrie, televisioni allo scopo di farne gli interessi, ecco perché viene spesso definita come una piovra, perché i suoi tentacoli arrivano dappertutto.
Pensiamo alla situazione gravissima che si è verificata in Campania per i rifiuti, questo non è altro che il risultato di connivenze tra gli organi pubblici e la camorra che ha tutto l’interesse a mantenere la situazione così com’è, perché dal commercio dei rifiuti guadagna una montagna di soldi.
Quando ci hanno parlato di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino abbiamo avuto tutti dei sentimenti ammirazione e di rabbia, per questi due uomini che hanno dato la vita per tutti noi, mentre una parte della società, spesso quella priva di ogni forma di cultura e moralità accetta le regole del gioco e ne diventa parte integrante e svolge diversi ruoli nella società confondendosi in essa.
La mafia ringrazia chi si lascia andare, chi per il quieto vivere non denuncia, chi per paura di ritorsioni si nasconde, perché è proprio questo il sentimento che determina: la paura di perdere ciò che abbiamo o chi vogliamo bene.
Noi pensiamo anche che per ridurre il fenomeno, ognuno deve fare la sua parte, dalla scuola alla chiesa, dalla politica alle industrie: conoscendo la malattia, la si può curare.
Le medicine principali per combattere la mafia sono: l’informazione (molto temuta dalla mafia) e la creazione di posti di lavoro per i giovani, infatti, se da una parte la condanniamo con l’informazione, dall’altra gli amputiamo le gambe riducendone la manovalanza.
Tornando a noi, spesso veniamo attratti da cose come cellulari, motociclette, macchine sportive e talvolta, anche in paese, vediamo che alla guida queste ultime ci sono dei ragazzini un po’ più grandi di noi. Questi ragazzi spesso finiscono nella rete della mafia, che sui quotidiani chiamano criminalità organizzata, e da cui poi non possono più uscire: ecco l’esempio giusto, essi vengono pescati e poi venduti come merce per svolgere le attività più illecite (dallo spaccio di droga alle rapine) ed ottenere compensi per l’attività svolta.
La II B è qui, per offrire solidarietà per quei ragazzi e bucare la rete che li tiene prigionieri e farli tornare liberi di giocare con noi. L’adolescenza è il periodo più bello della vita per i ragazzi, nel quale si scoprono il valore dell’amicizia e lo stare bene con gli altri, insomma si cresce. Non vogliamo che ragazzini come noi perdano la loro vita per il nulla, il fatuo, l’inutile, la mafia.
La II B della Scuola Media “G. Garibaldi” di Trinitapoli.
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